Genova può “vantare” una lunga tradizione legata ai giochi d’azzardo, pare infatti che nel cuore della città ligure, a palazzo ducale per la precisione nacque quello che ormai è conosciuto in tutta Italia come il gioco del lotto.
Già ai tempi di Andrea Doria, tra il 400 e il 500, i genovesi scommettevano sui cinque esponenti della nobiltà (su 120) che sarebbero stati sorteggiati per far parte dei Serenissimi Collegi.
Il meccanismo prevedeva la raccolta delle puntate degli scommettitori, con metà del ricavato distribuito a chi aveva indovinato i cinque nomi estratti o anche l’ambo, il terno avendo la possibilità di scommettere su uno due o tre nomi. In seguito, i nomi su cui scommettere divennero 90, trasformandosi in numeri per poter giocare indipendentemente dall’elezione dei Serenissimi Collegi. Ecco perché il lotto moderno funziona con 5 numeri da indovinare su 90.
All’inizio questa attività venne ostacolata e proibita, in particolare era vietato scommettere sulla vita di personaggi importanti come Papa, re, cardinali, dogi, magistrati. Tuttavia, nel 1620 il lotto a Genova venne finalmente regolamentato.